Beh, tieni conto che stante la regola del comune (ormai accertata) a Milano puoi scorrazzare per oltre 181 kmq, andare dal parrucchiere dall’altra parte della città, continuare a fare la spesa nel tuo negozio preferito, fare il giro di tutti i negozi di articoli sportivi per vedere chi ti propone i prezzi migliori e così via.
Se invece abiti in un piccolo comune (e ce ne sono tanti da 1 kmq o poco più), puoi consumare le gomme della bici facendo il giro dell’isolato, sei obbligato ad andare dall’unico parrucchiere/ciclista/salumiere del comune anche se ti stanno sulle palle e sei sempre andato nel comune accanto, e devi stare attento a non uscire dai confini del comune altrimenti ti trattano peggio di Totò Riina.
E se poi l’indice di contagio nel tuo piccolo comune e molto più basso che a Milano (cosa assai probabile) non fa niente, secondo questi fenomeni devi rispettare le regole per combattere il virus. Se non è un DPCM ad caz.zum..
nb: non metto minimamente in dubbio l’esigenza di attivare delle misure atte a contrastare la diffusione del covid. Però l’impressione è che spesso in Italia si scelga troppo spesso la via del vietare tutto (..peggio che vada poi si fa un po’ di cassa con le multe, nella gran parte delle vere estorsioni legalizzate) piuttosto che affrontare alla radice il problema, e cioè in questo caso la disorganizzazione e l’ingolfamento burocratico del sistema sanitario nazionale (vedi ad esempio le notizie di questi giorni sull’eccellente commissario alla sanità calabrese, che perlomeno ha avuto l’onestà di dimettersi)