Categorie: Test

[Test] Lapierre E-Zesty AM LTD Ultimate

Qualche anno fa Lapierre si è buttata anima e corpo nel segmento delle mountain bike elettriche, e ha ora una gamma variegata che comprende anche le “ibride”, come la bici oggetto di questa prova. Per ibride si intendono quelle bici che sono una via di mezzo fra elettriche e bici normali, sia per il loro aspetto che per il peso. Viene da sé che la performance di motore e batteria non sia al livello di una EMTB “classica”.

Come potete vedere dalla foto, motore e batteria sono minimali, grazie alla collaborazione con la tedesca Fazua e il suo motore Evation. Per i curiosi, il nome è la pronuncia in dialetto bavarese dell’espressione tedesca “Fahr zu!”, che significa “muoviti, sbrigati”. Tipicamente lo si dice a quello della macchina davanti quando non parte a semaforo verde.

Ovviamente tali ridotte dimensioni significano anche potenza ridotta, infatti la batteria è da 250 Wh, ma pesa solo 2,84 kg (EDIT: compresa di motore, la batteria da sola pesa 1.3 kg). È disponibile una copertura in plastica dal peso di circa 500 grammi da attaccare al telaio nel caso si decidesse di usare la E-Zesty senza batteria. In questo caso la bici completa pesa 15.64 kg, non male per una 27.5″ con 150mm di escursione e un motore.

Montaggio

Telaio: completamente in carbonio
Diametro ruote: 27.5″
Forcella: FOX 36 Factory 150 mm
Ammortizzatore: FOX Float DPS Factory 150 mm
Motore/batteria FAZUA Evation 250 Wh
Trasmissione: SRAM Eagle X01/GX con guarnitura FSA Carbon e corona da 32 denti.
Freni: SRAM Guide RE 200/200 mm
Reggisella telescopico: Lapierre Carbon Dropper 150 mm
Attacco manubrio: Lapierre Full CNC 35 mm
Manubrio: RaceFace SixC Carbon 785 mm
Ruote: Lapierre eAM+ Carbon
Gomme: MAXXIS High Roller II WT 27.5″ x 2.5″
Peso rilevato in taglia M: 18.34 kg. Senza batteria +motore ma con carter: 15.64 kg
Prezzo 7.729 Euro (6.099 Euro per la E-Zesty 9.0)

Come potete vedere, Lapierre ha saggiamente scelto di non usare gomme dal formato plus. Personalmente trovo che la precisione di guida e la prevenzione alle pizzicature siano decisamente maggiori su una gomma da 2.5″ rispetto ad una 2.8″, e sul campo ciò è stato confermato in pieno.

La componentistica è di alto livello e ben pensata per essere bilanciata e robusta. Il reparto sospensioni è affidato al top di gamma di Fox, anche se la forcella ha la cartuccia FIT4 e non la più performante GRIP2. Sia l’ammortizzatore che la forcella hanno la levetta del lockout su 3 posizioni: tutto aperto, trail e climb. In quest’ultima la forcella è praticamente bloccata, mentre la frenatura dell’ammo è più aperta.

È presente anche un indicatore per la regolazione del sag (foto sopra).

L’ammortizzatore è protetto dallo sporco alzato dalla ruota posteriore tramite un carter arancione in plastica, pensato bene perché va quasi a sigillare il tubo piantone, evitando che fango e sassi possano scendere.

Anche il passaggio cavi interno è ben curato.

Geometria

La bici in prova è una taglia L per me che sono alto 179cm. Mi sarebbe andata bene anche una M, ma in fondo mi sono trovato a mio agio con queste quote geometriche. Dove Lapierre avrebbe potuto osare di più è nell’angolo sella, per dare una posizione più spostata sull’anteriore e rendere più facile tenere la ruota anteriore incollata al terreno quando si arrampica sul ripido. Molto corti i foderi posteriori, di soli 435mm, caratteristica che ne accentua l’agilità ma riduce appunto l’aderenza a terra dell’anteriore quando ci si arrampica.

Fazua Evation

Quello con Lapierre è il primo progetto MTB di Fazua, e già ad ottobre 2019 si troverà in commercio una versione aggiornata con alcuni piccoli dettagli di cui parlerò più sotto.

Per regolare la potenza erogata il Fazua usa i dati provenienti dai sensori di cadenza e coppia presenti su ambi i lati del movimento centrale, oltre a quello di velocità, il tipico magnete attaccato ad un raggio della ruota posteriore.

L’Evation ha tre livelli di assistenza:
1. BreezeMode (verde), che arriva fino ad un massimo di 125W
2. RiverMode (blu), fino a 250W
3. RocketMode (viola), fino a 400W

Per controllare l’assistenza è presente un comando remoto sulla parte sinistra del manubrio. Con il colore indica il livello di potenza, con le tacchette la carica della batteria.

Esiste anche la possibilità di procedere senza assistenza, basta andare sotto il livello Breeze: il display avrà una luce bianca e il motore non eroga più watt, pur rimanendo acceso. Per spegnerlo bisogna tenere premuto il tasto di mezzo per qualche secondo. Altrimenti si spegne automaticamente dopo 8(!) ore.

Personalmente il display non mi è dispiaciuto, anche se è molto vistoso con tutte le tacche illuminate.

Quando si arriva al 15-20% di carica il Fazua riduce la potenza automaticamente per risparmiare energia e permettere al rider di tornare a casa o alla macchina. Per ricaricare la batteria è necessaria staccarla dal telaio. Il tempo di una ricarica completa si aggira sulle 3 ore.

La costruzione del movimento centrale fa sì che l’Evation si stacchi completamente dalla trasmissione quando si superano i 25km/h o si scelga di non usare l’assistenza, di fatto eliminando ogni frizione.

La batteria si può sfilare dall’involucro che contiene anche il motore. Ho avuto delle serie difficoltà a farlo a causa del fango che si era infilato:

In prova

Vi chiederete perché mai questo test sia stato fatto da me e non da Mirko Isetta. Giustamente. Il punto è che non sono un grande patito delle bici elettriche, perché mi piace pedalare in salita senza assistenza e sopratutto scendere senza avere una bici da 20 kg sotto il sedere. Proprio per questo motivo il distributore italiano di Lapierre, Romano Favoino di R11, ha insistito affinché fossi io il test della E-Zesty, dicendomi “Vedrai che ti piacerà“.

In effetti bisogna dire che il target di questa bici non è il classico ebiker alla ricerca di potenza e autonomia, ma piuttosto il rider sportivo che vuole avere una bici agile malgrado l’assistenza elettrica.

L’assistenza infatti è di quelle che assomigliano più ad una buona gamba dopo 3 giorni di riposo che non ai nuovi motori che si trovano su altre EMTB. Non solo, dopo 1000 metri di dislivello su strada asfaltata si arriva alle fatidiche 2 tacche che segnalano la riduzione automatica della potenza, quindi l’autonomia è quella che è. L’opzione è quella di portarsi una batteria di ricambio nello zaino.

Fatta questa premessa, viene da sé che le differenze fra i tre livelli di assistenza siano veramente minime, quindi non esiste una modalità “turbo” con cui salire a 25km/h parlando al telefono. Alla fine dei 1000 metri di dislivello le goccie di sudore abbondano, ma si è comunque più freschi e riposati che con una bici normale. Se invece ci si lancia in salite tecniche, il sudore comincia a scorrere abbondante, sia per la potenza limitata del motore e i 18.3 kg della bici, sia per la posizione in sella non proprio redditizia.

Come dicevo prima, il baricentro è piuttosto arretrato, cosa che obbliga a spostare il busto verso l’anteriore per tenere la ruota davanti sul terreno. Inoltre è necessaria una cadenza di almeno 70 pedalate al minuto per tenere il Fazua bello attivo, cosa non sempre fattibile soprattutto quando si incontra una rampa in salita durante una discesa filante. Ora che si scala, ci si trova già a combattere con la forza di gravità con poca assistenza.

Avrete dunque capito che la E-Zesty è più una bici da “trasferimento” che una con cui divertirsi a salire sentieri tecnici. In effetti dove mi ha colpito di più è stato in discesa, innanzitutto per il peso basso e poi per la sua agilità non troppo distante da quella di una bici tradizionale. Per farvi un paragone con una Ebike che conosco bene, in confronto ad una Speciliazed Kenevo questa sembra una piuma, l’altra un panzer.

A livello di cinematica Lapierre dovrebbe migliorare il sostegno a metà corsa del carro/ammortizzatore, perché la E-Zesty tende a muoversi soprattutto in quella zona, portando la bici ad insaccarsi facilmente e ad essere poco reattiva agli impulsi del rider. Proprio questo fattore la rende più Ebike di quello che effettivamente è, dando quella sensazione di distacco dal terreno come altri mezzi elettrificati più pesanti, su cui si si sente più passeggeri che “piloti”.

Anche gonfiando di più l’ammortizzatore il discorso non cambia. L’ho provato in un range di sag fra il 20 e il 30% proprio per vedere se riuscivo ad ovviare al problema, ma sono giunto alla conclusione che è proprio una questione di cinematismo.

Quello che mi è piacuto molto è come la E-Zesty giri nello stretto, ricordando tanto le sensazioni di una 29 pollici senza motore. Anche i nose press vengono facili, non avendo una zavorra da 20 e passa chili da alzare in parte.

La combinazione cerchi + gomme si è rivelata molto azzeccata, come accennato ad inizio articolo, perché la precisione di guida è molto alta e il controllo in curva ottimo, senza gomme che spancino o difficoltà nel trovare la pressione giusta come nel caso dei formati Plus. Manubrio largo, freni potenti, forcella performante. Difficile volere di più.

Rispondo già alla domanda che so che mi verrà posta: no, non ho usato la E-Zesty senza batteria. Trovo la cosa poco sensata e non vedo perché uno possa decidere di lasciarla a casa. Forse se si passa una giornata in bike park, ma in fondo questa è una bici da all mountain più che da enduro/freeride, e in bike park andrebbe oltre il suo fine d’utilizzo.

Diagnostica del Fazua Evation e problemi vari

Ho scritto che la differenza fra i livelli di assistenza è così piccola che è difficile notarla. In particolare non riuscivo a notare cosa succedesse quando sceglievo la luce bianca. Non sapevo cosa significasse, visto che non trovavo spiegazioni né sul sito Lapierre né su quello di Fazua. Sentivo che continuava ad esserci assistenza e credevo che fosse una sorta di “boost” da usare quando servisse più potenza, per saltare dalla modalità “breeze” al “full power” senza passare per la River.

Dunque ho chiamato l’assistenza di Fazua, collegato la bici al computer tramite cavo USB e fatto partire un programma con cui l’addetto (grazie Marco Palestini) è riuscito ad entrare nel software del motore per vedere se ci fosse qualcosa che non andava.

Dico subito che questa è una procedura che solo i negozianti possono fare quando si porta la bici in assistenza. Qui trovate i risultati del test, dove si dice “no issues detected“, cioé nessun problema riscontrato. Non solo, ha aggiornato il software del motore. Sempre con questa procedura è poi possibile cambiare i livelli di assistenza.

In tutta la discussione che abbiamo avuto al telefono, mi sono poi dimenticato di chiedere perché a luce bianca vi fosse ancora spinta motore, in ogni caso ero confortato dal fatto che fosse normale non notare molto i diversi livelli di assistenza.

Abbiamo invece avuto modo di parlare del meccanismo di sgancio della batteria, con cui ho avuto sempre difficoltà perché troppo piccolo per la pressione che bisogna fare con il pollice. Mi è risultato difficile staccarla senza lasciarci un’unghia. Non solo, riagganciandola mi è capitato più volte che non facesse contatto e tornavo daccapo, con la sfida di riuscire a togliere la batteria dal telaio.

Fazua pare aver risolto il problema con un meccanismo nuovo, presente già sui modelli 2020 delle Lapierre Zesty, in commercio da ottobre 2019. Inoltre l’app sarà gratuita anche per le funzioni che adesso sono a pagamento.

Conclusioni

La Lapierre E-Zesty è effettivamente un ibrido fra una bici normale ed una bici elettrica. Il suo peso contenuto ed un carro posteriore molto corto la rendono divertente in discesa, malgrado una cinematica migliorabile, facendo in parte dimenticare di avere motore e batteria.

Il rovescio della medaglia si ha in un motore poco potente che non invita ad arrampicarsi sui sentieri tecnici e in una batteria dalla durata limitata.

Se volete una definizione, è una bici da “trasferimento” su salite facili per poi andarsi a divertire in discesa.

Lapierre

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Pubblicato da
marco

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