[Test] Cannondale Moterra Neo 1 - EBIKE MAG

[Test] Cannondale Moterra Neo 1

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Cannondale è un iconico marchio americano fondato nell’ormai lontano 1971, conosciuto ai più per le innumerevoli vittorie ottenute sia in ambito MTB che strada, e per l’approccio anticonformista al mondo della bicicletta, volto alla sperimentazione di soluzioni inedite e caratterizzanti che ne hanno consolidato il mito, una su tutte la  Lefty, famigerata forcella con una gamba sola che ancora oggi è presente sulla gamma XC.

Questo approccio anticonformista lo troviamo anche nella gamma eMTB, dove il primo modello di Moterra (ancora a catalogo), aveva fatto molto discutere per via di un’estetica molto azzardata, ma che aveva dimostrato doti di guidabilità superiori alla media grazie alle soluzioni tecniche adottate. Oggi la gamma ebike di Cannondale conta più di 70 modelli, l’offerta spazia dalle bici urban, strada, trekking, fino alle eMTB. Moterra Neo 1 è il modello top di gamma della categoria eMTB / enduro.

Il test è stato svolto a cavallo tra estate e autunno sui trail finalesi e della val Maremola. In questo comprensorio sono stati preparati percorsi appositi per la pratica della eMTB sportiva e sono perfetti per i test delle ebike. Un ringraziamento doveroso a Oddone Bici di Finale Ligure per la rapida assistenza prestata come centro assistenza Bosch.

In sintesi

Materiale telaio: Triangolo principale carbonio BallisTec – carro posterione alluminio SmartForm C1 (garantito a vita)
Formato ruote: 29″ × 2.60″ anteriore e posteriore
Geometrie variabili: No
Corsa ant/post: 160/160 mm
Sistema sospensione: Quadrilatero con giunto Horst
Mozzo posteriore: 148×12 boost
Mozzo anteriore: 110×15 boost
Trasmissione: 1×12 (34t – 11/50)
Attacco Portaborraccia: Si, posizionamento classico sul tubo obliquo
Motore e batteria: Bosch Performance CX Gen. 4 – batteria 625 Wh integrata ed estraibile
Peso rilevato senza pedali: Taglia M, 24,05 kg con pneumatici tubeless, con lattice e inserti anti pizzicatura, protezioni Shelter e portaborraccia.

Analisi Statica

Della vecchia Moterra viene mantenuto solo il nome. Il telaio è composto da un triangolo principale in carbonio BallisTec e da un carro posteriore in alluminio, l’insieme risulta molto compatto e proporzionato, con linee armoniose e pulite, la cura dei dettagli è ai massimi livelli. Dalla vista laterale spiccano le grandi ruote da 29″ con gommatura generosa, il possente tubo obliquo che ospita al suo interno la nuova batteria da 652Wh e la livrea nero/verde metallizzato definita Mantis, elegante e aggressiva allo stesso tempo grazie ad alcuni tocchi di giallo a sfumare la transizione tra i due colori. L’estetica è impreziosita dalla finitura Kashima delle sospensioni e dalle grafiche sobrie sui cerchi. Questo allestimento è disponibile solo in questa colorazione.

Molto curato il passaggio cavi all’interno del triangolo principale, tutte le guaine corrono all’interno del tubo obliquo e sono raggiungibili facilmente una volta estratta la batteria, ogni ingresso e uscita è protetto da una guarnizione in gomma per evitare che lo sporco si insinui nel telaio. La guaina del cambio scorre all’interno del fodero destro del carro e sbuca solo in prossimità della ruota posteriore, mentre sul fodero sinistro troviamo il tubo idraulico del freno posteriore ancorato all’estero dello stesso e il cavo del sensore di velocità che passa internamente. Il sensore è ben celato nella parte terminale del fodero, praticamente invisibile, e il relativo magnete è ancorato saldamente al disco posteriore.

La nuova unità motrice Bosch è ben protetta da un paramotore in allumino anodizzato nero opaco che lo preserva dagli urti pur garantendogli un adeguato flusso d’aria di raffreddamento, nella foto sotto potete notare i segni lasciati dal contatto con il terreno in un passaggio particolarmente ostico. La batteria è protetta da un coperchio in plastica facilmente estraibile tramite un bloccaggio presente nella parte alta dello stesso. Sul fodero destro si nota una minimale protezione in gomma atta a preservare la verniciatura dalle frustate della catena.

In questa ultima versione della Moterra Neo, i tecnici Cannondale hanno deciso di pensionare il sistema monocross in favore di un quadrilatero con giunto Horst comandato da un ammortizzatore Fox Float Factory DPX2 EVOL nella misura di 230 x 65 mm che sviluppa alla ruota una corsa di 160mm. L’ammortizzatore è dotato di un registro per controllare il ritorno (rosso) e un registro rapido in 3 posizioni per il blocco della sospensione (azzurro). Agendo con una chiave a brugola da 3mm è possibile anche regolare finemente  la compressione.

Questo tipo di cinematismo rende la sospensione piuttosto sensibile con la tendenza ad impigrirsi se il SAG impostato è troppo abbondante, io ho preferito un settaggio più sostenuto per avere una risposta più reattiva, affidandomi alla regolazione fine della compressione per ottenere la giusta  fluidità in affondamento. Il cinematismo è risultato mediamente progressivo e durante il test non ho mai raggiunto il fondocorsa,  in pedalata la sospensione risulta piuttosto stabile e il blocco della sospensione diventa utile solo sui trasferimenti asfaltati.

La forcella montata su questo allestimento è la top di gamma Fox, una Float Factory 36, FIT Grip 2 da 160mm di corsa, dotata di doppio registro in compressione, HSC e LSC, posto sulla sommità dello stelo destro e un doppio registro con regolazione separata per le alte e le basse velocità anche per il ritorno, posto all’estremità inferiore del fodero destro. Tutte queste regolazioni potrebbero creare un po’ di confusione durante le prime uscite, ma una volta trovato il setting ideale, la forcella risulta una ottima incassatrice, sensibile ai piccoli urti e ben sostenuta in frenata. Notevole la rigidità laterale, gli input impartiti al manubrio vengono traferiti all’avantreno senza la minima dispersione. Come tutti i prodotti con un indole racing tendono ad affaticare i rider meno preparati fisicamente.

Il reggisella telescopico è un Cannodale Down Low con 125mm di abbassamento, il comando al manubrio è dotato di una leva molto ergonomica e morbida da azionare, il funzionamento è stato impeccabile per tutto il test. Visto la lunghezza del tubo sella, credo che sulla taglia M avrebbero potuto tranquillamente montare un modello con 150mm di corsa.

La sella montata di serie è una Fabric Scoop Shallow Elite, dalle forme  sinuose con una seduta moderatamente ampia e un’imbottitura piuttosto densa, che è risultata comoda anche dopo diverse ore in sella. La punta  allungata consente un buon appoggio durante le salite più ripide dove si rende necessario avanzare la seduta per evitare impennate indesiderate.

Il gruppo montato  proviene interamente dal catalogo SRAM, nell’ordine troviamo un cambio X01, comando GX ad azionamento singolo, cassetta 11-50 e catena NX, un saggio mix di componenti che predilige l’affidabilità e la durata nel tempo piuttosto che la leggerezza. Grazie alla trasmissione a 12 velocità si riesce a sfruttare al massimo le doti del motore teutonico, avendo sempre a disposizione il giusto rapporto da utilizzare per rimanere nel range ottimale di pedalata. Per tutta la durata del test la trasmissione ha funzionato egregiamente con cambiate rapide e precise in ogni condizione.

A fine test le pedivelle presentavano evidenti segni di usura dovuti allo sfregamento con le calzature, se badate all’estetica, è consigliabile proteggerle con della pellicola adesiva.

Da catalogo la Moterra Neo 1 dovrebbe essere equipaggiata con freni Magura MT7, invece sull’esemplare in test ho trovato una coppia di MT5 con pastiglie degli MT7. Di fatto i due impianti non sono poi così diversi, e gli MT5 abbinati ad i nuovi dischi Magura MDR-P maggiorati si sono rivelati eccezionali! Prima di tutto ho apprezzato la modulabilità che permette di dosare al meglio la frenata in ogni condizione evitando bloccaggi indesiderati,  poi l’estrema potenza che oserei dire di riferimento, che mi ha permesso di ridurre gli spazi di arresto e affrontare le discese più ripide in tutta sicurezza

Per ultimo, ma non meno importante, metto la costanza di frenata, sotto questo aspetto gli MT5 sono stati impeccabili per tutto il test. Parte del merito del buon funzionamento dell’impianto frenate è sicuramente da attribuire a questi nuovi dischi Magura con pista frenante in acciaio e spider in lega, sempre silenziosi e centrati tra le pastiglie. Il disco da 220mm anteriore potrebbe essere un plus per i rider più pesanti.

Le ruote montate sono frutto di un assemblaggio di componenti provenienti da vari produttori, il mozzo posteriore è uno SRAM MTH 746 con battuta boost, l’anteriore è un Formula che spesso si trova come primo montaggio, raggi DT SWISS e cerchi Stan’s No tubes Flow EX con canale interno da 29mm. Le ruote sono risultate piacevolmente scorrevoli e robuste, a fine test i cerchi presentavano solo alcune insignificanti scalfiture ma nessuna bozza. Sia il perno passante anteriore che quello posteriore non prevedono la leva quick release, per non avere sorprese in caso di foratura, consiglio un multitool che consenta una buona leva.

La gommatura Maxxis scelta risulta adeguata alle potenzialità del mezzo, entrambe le gomme sono in sezione da 2.6″ che è la giusta via di mezzo tra performance e comfort, ci garantiscono un buon grip e una buona trazione su tutti i terreni. Al posteriore la DHR EXO+ 3C spicca per trazione e per grip in frenata ed è dotata di un sincero appoggio in curva, all’anteriore la DHF EXO+ 3C esprime una buona direzionalità ma soffre leggermente i terreni secchi e sdrucciolevoli per via di tasselli centrali dalla forma allungata. Vi ricordo che questa bici test era dotata di dispositivi anti pizzicatura all’interno delle gomme che hanno aumentato la robustezza dell’insieme.

Il cockpit è composto interamente da componenti marchio Cannondale, in primis il manubrio in lega 6061 da 780mm con un rise di 15mm, l’attacco forgiato in lega 6061 e le manopole con un pattern lamellare a marchio Fabric. Anche in questo caso i componenti scelti risultano adeguati alla destinazione d’uso della bici, robusti e con quote idonee alle geometrie del telaio. Per aumentare la direzionalità dell’anteriore ho abbassato l’attacco manubrio di 10 mm rispetto alla posizione standard spostando gli spessori da sotto a sopra l’attacco manubrio.

Questo allestimento è dotato di un faro Supernova M99 mini ancorato saldamente allo stem e collegato direttamente alla batteria della bici. Per accendere la luce basta premere il tasto dedicato sul display Kiox e poi selezionare tramite un piccolo interruttore posto in prossimità della manopola destra tra la modalità anabbagliante e profondità, nel primo caso avremo un fascio di luce ampio e poco profondo da utilizzare su strada e ne centri urbani, che ci permetterà di illuminare la strada davanti a noi e i bordi della carreggiata senza abbagliare chi ci viene incontro, la modalità luce di profondità invece produce un fascio luminoso molto profondo e intenso.

Ho fatto un breve giro notturno per provare questa luce, che si è rivelata di ottima qualità e potente oltre le aspettative e adatta anche ad un uso fuoristradistico, magari in abbinamento ad una seconda luce posta sul casco. Avrei gradito la possibilità di poterla togliere con un sistema rapido tipo plug & play per utilizzarla solo quando necessario,  purtroppo non è possibile per via dell’assenza di spinotti sul cablaggio che è collegato direttamente al motore all’interno del telaio, peccato.

Cannondale è stata tra i primi a portare nei negozi una ebike equipaggiata con il nuovo propulsore Bosch Performance CX gen.4. Questa unità è molto più compatta e leggera, e abbandona la piccola corona che caratterizzava la generazione precedente in favore di una corona dalle dimensioni classiche. È sempre accreditata di 75Nm di coppia e di una potenza nominale a norma di codice di 250W. Il motore è dotato di una nuova ruota libera che produce un avvertibile ticchettio per alcuni istanti quando si smette di pedalare.

Con la nuova architettura interna del motore, gli attriti in pedalata sono praticamente nulli, migliorando la pedalata a motore spento. Oltre a queste migliorie meccaniche, in Bosch hanno lavorato molto sull’ottimizzazione dell’erogazione, migliorando notevolmente la risposta del motore in tutti i livelli di assistenza, che rimangono quattro più la posizione OFF, e sono selezionabili dal comando al manubrio:

  1. ECO – È la modalità più parsimoniosa, ci garantisce ottimi kilometraggi mantenendo comunque un supporto adeguato anche su salite con pendenze medie, ha un’erogazione dolce e prevedibile.
  2. TOUR – Il supporto cresce notevolmente, ma soprattutto accelera in maniera rapida e decisa, una spinta corposa ideale per salite ripide o per chi necessita di un aiuto maggiore.
  3. EMTB – Assistenza adattiva variabile automaticamente tra Tour e Turbo, è l’ideale per un utilizzo sportivo della ebike, è il vero asso nella manica di Bosch ed in questa nuova generazione è ancora più sportivo e progressivo.
  4. TURBO – Assistenza massima, qui si nota immediatamente il lavoro di affinamento dell’erogazione svolto da Bosch per addomesticare la risposta del motore, ora è possibie utilizzare questa modalità anche nelle sezioni tecniche dei trail, quando necessitiamo di un supporto elevato e continuativo da parte del motore.

Altra novità rilasciata in concomitanza con la nuova generazione del Performance CX è la batteria PowerTube con una capacità di 625 Wh, è leggermente più lunga e chiaramente più pesante rispetto al modello da 500Wh, ma garantisce una percorrenza e una durata molto superiore. Secondo me, questa batteria definirà gli standard futuri di riferimento per quanto riguarda la capacità, almeno per il rider medio. La batteria è  estraibile agendo con la chiave sulla serratura posta sul lato sinistro del tubo obliquo, ed è possibile ricaricarla collegando il carica batterie fornito in dotazione alla batteria (se questa non è installata sulla bici) o direttamente alla porta di ricarica che è posta alla base del tubo sella sul lato destro.

Bosch mantiene la retro compatibilità del motore con tutte le batterie e i display già in produzione. Su questa Moterra Neo 1 troviamo installato l’ottimo Kiox, un display a colori che è possibile collegare allo smartphone e ad una fascia cardio tramite protocollo BT e utilizzarlo in abbinamento all’applicazione ebike connect. Il Kiox ci fornisce un ventaglio di informazioni davvero completo, che ci permetterà di monitorare la nostra performance in ogni istante:

  • Ora del giorno
  • Percentuale residua della batteria
  • Velocità istantanea
  • Velocità media
  • Velocità massima dall’ultimo azzeramento
  • Visualizzazione grafica della potenza apportata dal rider e dal motore
  • Distanza percorsa
  • Autonomia residua espressa in km
  • Tempo trascorso dall’ultimo azzeramento
  • Potenza istantanea impressa sui pedali espressa Watt
  • Cadenza della pedalata
  • Frequenza cardiaca (solo con accessorio opzionale Bluetooth).

Tutto questi dati organizzati in sette pagine che si possono scorrere agendo sugli appositi tasti del comando remoto.

Il display è ancorato magneticamente al supporto posto sul tappo della serie sterzo, in una posizione molto comoda da visualizzare, ma piuttosto esposta in caso di caduta.

Geometrie e prezzi

Questa nuova Moterra progredisce rispetto alle generazioni precedenti e affina le proprie geometrie in funzione dei dettami delle nuove tentenze che portano ad allungare il tubo orizzontale, ad avere un angolo sella più verticale e un angolo sterzo più disteso. L’adozione del nuovo e compatto CX consente di contenere la lunghezza del carro posteriore e del passo a tutto vantaggio della guidabilità. La posizione di guida risulta ben centrata sulla bici, è moderatamente avanzata e rialzata, adatta ad un mezzo che sorprende per polivalenza ed equilibrio.

La Moterra è disponibile in quattro taglie, M-L-XL montata con ruote da 29″ e solo in taglia S montata con ruote da 27.5″.

La Moterra SE geometricamente differisce dagli altri allestimenti per via dell’adozione di una forcella a doppia piastra da 180mm di escursione.

Cannondale mette a disposizione dei propri clienti quattro allestimenti che condividono lo stesso telaio e variano solo per i componenti montati:

Moterra 1 a 7999€
Moterra SE a 6999€
Moterra 2 a 5999€
Moterra 3 a 4999€

Il resto della gamma Cannondale ebike lo potete trovare direttamente a questo link.

In azione

Sarò sincero, con la Moterra Neo 1 non è stato amore a prima vista, da subito ho capito le enormi potenzialità di questo mezzo, ma non ho trovato quel feeling immediato che altre bici sanno dare. Proprio per questo motivo mi sono impegnato maggiormente a capire in che direzione avrei dovuto lavorare. Prima di tutto mi sono dedicato alle sospensioni, ammorbidendo la compressione dell’ammortizzatore per renderlo fluido ma lasciando un SAG di poco superiore al 25%, poi ho regolato per bene la forcella rendendola più sostenuta e rapida nel ritorno per avere minori trasferimenti di carico, per ultimo mi sono dedicato alla posizione del manubrio, abbassandola di 1cm spostando gli spessori da sotto a sopra l’attacco manubrio, ho ottenuto la posizione di guida ottimale per il mio stile di guida.

In pianura la bici si pedala bene anche oltre la soglia dei 25kmh, imprimendo circa 200W sui pedali si riesce a mantenere velocità prossime ai 30kmh, questo merito della scorrevolezza delle ruote e dell’attrito praticamente nullo del motore. Lo stacco a 25kmh è molto fluido e progressivo.

Salita

In questo ambito la Moterra mi ha stupito maggiormente, è inarrestabile! Questo successo è da attribuire alle geometrie ben bilanciate e non troppo votate alla discesa, alla enorme trazione offerta dalle ruote da 29″, e infine, dall’erogazione corposa e progressiva che solo il motore Bosch CX riesce a esprimere nella modalità EMTB .

Sulle salite scorrevoli si pedala bene e non risulta stancante per via di una posizione del manubrio leggermente rialzata. Sul tecnico estremo tutto diventa più facile, il movimento centrale è alto quel tanto che basta per permetterci di superare sezioni complicate senza che le pedivelle impattino il terreno e le ruotone risentono meno delle asperità del terreno, la prontezza del motore al colpo di pedale fa tutto il resto. Davvero eccezionale!

Alpinestars – maglia Alps 6.0, guanti Aspen pro, casco Vector Tech

 

Discesa

Se in salita mi ha stupito, in discesa si è confermata una enduro stabile e rapida allo stesso tempo. Di certo non è una bici definibile come giocosa come lo era la Moterra LT di prima generazione. Questa va guidata con maggiore decisione, è preferibile mantenerla con le ruote ben aderenti al terreno, e caricando bene sul manubrio si riusciranno ad impostare linee molto veloci e precise, ruote e sospensioni faranno tutto il resto. Nel ripido si riesce a mantenere una buona direzionalità a patto di non arretrare troppo con il peso. Nel lento tecnico o sui trail naturali bisogna cercare di anticipare gli ingressi in curva per evitare manovre più complicate. È comunque una bici che perdona molto, ma va guidata con decisione.

Scarpe 5.10 Impact Pro – ginocchiere Alpinestars Paragon – pantaloni Alpinestars Bunny Hop

 

Autonomia

L’adozione della batteria maggiorata e l’affinamento dell’erogazione ha aumentato notevolmente l’autonomia, stando attenti con le assistenze si possono superare ampiamente di 2000 mt di dislivello, utilizzando invece la bici in maniera più disinvolta si possono raggiungere comodamente i 1800mt d+. Ho anche effettuato un’uscita utilizzando solo la modalità EMTB su un percorso molto vario che comprendeva sia salite scorrevoli che tecniche, tratti di saliscendi, discese con rilanci e alcuni kilometri in pianura, e ho percorso un giro con circa 44 km e 1450 mt d+ mantenendo medie molto elevate.

Inconvenienti riscontrati durante il test

Durante un uscita, precisamente al termine di una discesa, mi sono accorto che la bici forniva assistenza minima e a singhiozzi, e il display riportava l’errore 504. A quel punto mi sono recato presso Oddone Cicli che oltre ad essere rivenditore Cannondale è anche service Bosch, che mi ha risolto immediatamente il problema collegando la bici alla diagnostica, ed effettuando un reset degli errori. Il problema non si è più ripresentato.

Conclusioni

Un progetto davvero riuscito che va a migliorare il modello precedente sotto molti aspetti, soprattutto come doti arrampicatorie e come stabilità in discesa. I rider sportivi, con una guida moderna e aggressiva, sapranno ottenere il massimo da questa bici, che ha limiti davvero alti. I rider occasionali apprezzeranno le doti di polivalenza di questo progetto che li aiuterà a progredire nell’apprendimento delle tecniche di guida moderne.

Cannondale rivoluziona il progetto Moterra e fa centro, proponendo una bici dall’alto contenuto tecnico, bella da guidare e anche da guardare, con un rapporto qualità/prezzo/prestazioni, tenendo conto del telaio in carbonio garantito a vita, in linea con quanto proposto dagli altri produttori leader di mercato.

Per questa sessione fotografica è stato utilizzato:

Cannondale

 

Commenti

  1. ducams4r:

    Io ho trovato un buon equilibrio con 2 spessori sotto all'attacco.
    Il consiglio è di fare delle prove prima di tagliare il tubo forcella, che comunque è meglio tagliare una volta trovata la posizione preferita.
    Provo ad abbassarlo per gradi ora. Li ho montati cosi ma mi è avanzato un anello ? E normale?
  2. CAMELSIG:

    Il ho montati cosi ma mi è avanzato un anello ? E normale?
    Quel cannotto è spropositatamente lungo, va sicuramente accorciato!

    Parti da questa configurazione e poi sposti gli spessori in base alle tue sensazioni. Alla fine tagli lasciando 1, max 2, spessori sopra all'attacco.

    Se ti è avanzato uno spessore, probabilmente il nuovo attacco manubrio è leggermente più alto dell'originale.
  3. ducams4r:

    Quel cannotto è spropositatamente lungo, va sicuramente accorciato!

    Parti da questa configurazione e poi sposti gli spessori in base alle tue sensazioni. Alla fine tagli lasciando 1, max 2, spessori sopra all'attacco.

    Se ti è avanzato uno spessore, probabilmente il nuovo attacco manubrio è leggermente più alto dell'originale.
    Ok grazie mille dei consigli
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