In giro con la Fantic Gravel-X - EBIKE MAG

In giro con la Fantic Gravel-X

Mi chiamo Pier Francesco Macchi, sono videomaker outdoor di professione. Agosto 2017, Fantic Bikes mi fornisce una loro e-bike, la Gravel-X, per testarla sul campo.
Colgo subito l’occasione per creare una serie di video che ritraggono la fase di Location Scouting del mio lavoro, ovvero prendere e andare alla ricerca di luoghi adatti a filmare poi per i miei clienti. Da Sappada mi sposto in Val Visdende, Cadore, una bella e ampia valle in cui si sviluppa il percorso ad anello delle malghe.

Dopo una prima fase di salita nel bosco i panorami presto si aprono attorno a me. La Gravel-X si comporta bene, ammetto che approfitto della pedalata assistita per concentrarmi sull’aspetto fotografico.
Nelle borse tutto il necessario per improvvisare un bivacco sotto le stelle! Due le particolarità, sicuramente nuove per me, sono state il manubrio e le ruote 29″. Ma non ho esitato e ho affrontato già dalla prima escursione le differenze come fossero normalità. Il manubrio si è dimostrato comodo per la
versatilità di posizioni possibili sul piano e in salita. È stata la prima volta che guidavo con un manubrio stradale, non ero abituato alla nuova postura con l’appoggio più lontano dal tubo dello sterzo, ma ho semplicemente dovuto attivare nuove parti del corpo, quindi solo uno stimolo in più per migliorarsi!

Poi sinceramente non ho resistito e ho provato a fare un po’ di discesa tecnica su un trail nella parte più alta dei prati del Montasio e devo dire che mi sono pure divertito nonostante la posizione di guida per me insolita e la minor larghezza del manubrio, i freni a disco idraulici con poca pressione riescono a gestire anche questa tipologia di utilizzo (io peso 72Kg), quindi se sul percorso ci si imbatte in una sezione di questo tipo a parer mio si è in grado di affrontarla anche con divertimento.

In secondo luogo le ruote: ricordo di aver utilizzato una 29″, non e-bike, in uno dei miei primi lavori in montagna e ricordo fosse più difficile da manovrare nei tornanti stretti, ma ammetto che il giro fu lungo per me all’epoca, ca 70Km stando dietro a giovani rider amanti del full-gas. A ogni modo apprezzai la maggiore rotolabilità e passaggio degli ostacoli (all’epoca le 27.5 stavano giusto uscendo sul mercato), cosa che ho ritrovato ovviamente nella Gravel-X, ma in quest’ultima ammetto non ho avuto la sensazione di limitata manovrabilità.

Mi piacciono le e-bike ma facendone un uso intelligente. Con questo dico che sul piano la bici si pedala volentieri anche a motore spento una volta alla propria velocità dì crociera (confermato da amici che l’hanno provata).
L’utilizzo dell’assistenza secondo me dev’essere ragionata a ogni escursione che vede particolarità diverse. Ovvero ci sono vari modi di utilizzo di una ebike secondo me:
– D Km, T- tempo, E energia: utilizzo pratico lavorativo con poco T
– D Km, T tempo, E- energia: utilizzo pratico lavorativo e con poca E
– D Km, T- tempo, E- energia: utilizzo pratico “sfacciato” con poco T ed E
– D+ km, T- tempo, E- energia: utilizzo ludico “sfacciato” con poco T
– D+ km, T tempo, E- energia: utilizzo ludico “sfacciato”, con poca E
– D+ km, T tempo, E energia: utilizzo ludico “sensato”
– D+ Km, T-, E- : impossibile J

Per un uso spensierato sono fan dell’approccio D+ km, T tempo, E energia ovvero il doppio dei Km per il doppio del divertimento con pari tempo ed energia spesi! Quindi solo un modo per raddoppiare le esperienze e le emozioni date dall’escursione. Poi uno si gestisce come vuole in base alle proprie disponibilità di tempo e allenamento. Questo introduce il discorso del dispendio energetico: l’e-bike permette di focalizzare le fascia d’allenamento in cui stare, ma non entriamo ora in questo
argomento.

Voglio giusto far capire i fattori e le variabili che si creano, e appunto avvicinano al mondo della bici un target ben più ampio di quello tradizionale. Penso l’importante in questo momento storico è che le persone in qualunque modo facciano più attività, soprattutto all’aria aperta, quindi ben venga! Col giusto approccio e utilizzo della batteria penso un escursione plurigiornaliera senza l’esigenza di un punto di ricarica sia quindi fattibile. Ma ricordiamoci che grazie (o forse no?) alle e-bike ora siamo in grado di portarci le nostre compagne al seguito; per me è una fortuna.

Nel mio caso l’e-bike è un supporto specifico al mio particolare mestiere di videomaker outdoor. La bici mi permette di affrontare delle escursioni il cui scopo è la ricerca di luoghi adatti a filmare, per far ciò devo avere il giusto materiale con me, bici inclusa, ovvero il giusto supporto per lavorare al meglio. Dopo il lavoro a San Martino di Castrozza a fine giornata ero devastato, da un certo punto solo la volontà mi ha spinto avanti, ricordo ebbi bisogno di quasi 2gg di break per poi riprendermi.

Questa volta con me ho portato il nuovo zaino Evoc CP26 che mi permette di avere con me reflex, lenti, gopro, drone, cibo e una maglia di ricambio. Su questo ho montato la piastra quick-release della b-grip sullo spallaccio per avere sempre a portata di mano la reflex.
Nelle borse invece: nel sottosella attrezzi, ricambi e giacca anti-pioggia. Nella borsa al manubrio un sacco a pelo, una maglia termica e kit emergenza.
Seguite il retroscena del suo lavoro di videomaker outdoor qui.

Si ringraziano Fantic, Miss grape, B-grip e Bike Inside.

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