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Questo è un atteggiamento umano, e logico.. ma fondamentalmente sbagliato secondo me.


Ti spiego perchè:


- la stessa cosa la dicono (non scherzo) gli apneisti dei sub "bombolari"

- la stessa cosa probabilmente la dicevano gli escursionisti duri e crudi di n-generazioni fa quando il CAI ha iniziato a tracciare e marcare i sentieri per renderli più accessibili al pubblico

- lasciamo perdere l' alpinismo... non conosco l' ambiente, ma posso solo immaginare cosa dicano gli alpinisti "veri" degli scalatori "della domenica" appesi alle vie ferrate.


In qualche maniera i "veterani" di una qualsiasi disciplina si sentono usurpati delle proprie sudate conquiste quando un avanzamento tecnologico o sociale rende accessibile/fruibile ai più qualcosa che prima era accessibile solo con grande sforzo, e quindi "riservato" a una cerchia più ristretta di persone.


Io non ho mai creduto alle categorie di "vero amante" di qualsivoglia ambiente/disciplina... sono categorizzazioni che non mi sono mai piaciute. Se il bacino di utenza di una disciplina si allarga ci saranno sempre principianti che faranno.. cose da principianti, come abbiamo fatto tutti all' alba della nostra passione, che però è nata in un contesto diverso e che la rende lecita, nobile e pura ai nostri occhi, ma non necessariamete a quelli della generazione che ci ha preceduto.


Perdere la capacità di accettare il cambiamento, è una delle definizioni di invecchiare. Personalmente vorrei che le ruote grasse tenessero vivo il bambino scemo che è in me, e in tanti colleghi biker di tutte le età :cool: