Le ebike attirano i fulmini? - EBIKE MAG
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Le ebike attirano i fulmini?

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Alla luce dei recenti tragici avvenimenti, vediamo di sfatare alcuni falsi miti riguardanti i temporali e i fulmini, in montagna come in pianura. Soprattutto vediamo di capire perché né il carbonio né una ebike aumentano le probabilità di venire colpiti da un fulmine.

Regola numero 1: evitare i temporali

Può suonare ovvio, ma la precauzione migliore è quella di evitare di trovarsi in mezzo ad un temporale. Ormai le previsioni meteo sono molto accurate e precise: se si legge che durante il pomeriggio, come spesso capita in montagna, si formeranno delle celle temporalesche, partiamo presto la mattina o piuttosto accorciamo il giro ed evitiamo di trovarci nei punti più esposti nelle ore fatidiche.

Perché si crede che il carbonio attiri i fulmini

La leggenda metropolitana che il carbonio attiri i fulmini nasce da diversi incidenti capitati a pescatori che praticavano la loro attività sotto i cavi dell’alta tensione. Pur non andando a toccare i cavi, la forma appuntita della canna da pesca attira la famosa scintilla che dà il via al fulmine. È un incidente relativamente comune, purtroppo, ma non è dovuto al materiale in sé che, pur essendo un discreto conduttore, conduce meno dell’alluminio, ad esempio.

Quindi: no, il carbonio non attira i fulmini.

Neanche le ebike attirano i fulmini

Perché mai il piccolo campo magnetico del motore di una ebike dovrebbe attirare i fulmini? Le forze in gioco sono così grandi che quelle della ebike non hanno nessun ruolo. Infatti…

Cosa attira veramente i fulmini?

Semplice: i fulmini si dirigono verso parte più alta e appuntita della superficie: un albero, una croce di vetta, un parafulmine, e purtroppo della volte la testa di una persona se questa si trova in un campo aperto. Tutto il resto, a partire dal carbonio, passando per le ebike e arrivando a cellulari e apparecchi GPS, non ha alcuna rilevanza.

Come comportarsi in mezzo ad un temporale

Innanzitutto dobbiamo allontanarci il più possibile da creste, cime e punti esposti.
Seconda cosa: rannicchiamoci a gambe unite. Notate il “gambe unite” perché solo così evitiamo di offrire un passaggio alla corrente che può scaricarsi sul terreno, che andrebbe a passare fra le nostre gambe.
Non sdraiamoci sul terreno, perché proprio così andremo a prendere la scarica che arriva per terra, soprattutto se il terreno è bagnato dalla pioggia.

Vi siete mai trovati in mezzo ad un temporale? Raccontateci la vostra esperienza!

In collaborazione con Bike Lab (venite a trovarci nella nuova sede!).

Foto di copertina di Michele Ferro.

 

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